lunedì 18 gennaio 2016

CORPORAZIONI E CASTE (Leggi dal principio - Febb. 2011)


Cio' che caratterizza il sistema corporativo prende spunto dall'organizzazione gerarchica militare. Una forte quanto ampia coesione di forze, capace di spostare una montagna, puo' rivelarsi dannosa e antieconomica per tutto il sistema sociale.
Le corporazioni, intese quali compatte e univoche aggregazioni di forza, nascono poco a poco in seno al regime fascista, con la funzione di affermare un potere non scalfibile.
Si tratta di un fenomeno gia’ presente in epoche pregresse e sebbene accettato in via uniforme a livello popolare per l’indiscussa sua potenza, tuttavia il relativo riconoscimento rimaneva tacito e relegato ai  livelli aristocratici. Si pensi allo strapotere delle prime banche d’affari gestite da nobili altolocati dell’epoca.
Solo con Mussolini le corporazioni vantarono uno status, per cosi’ dire, giuridico, che le parificava di fatto a vere e proprie organizzazioni associative settoriali, ben inserite nel tessuto produttivo e dei servizi, che provvedevano alla spartizione dei mercati, non senza lotte intestine e competizioni sleali.
"Tutti per uno, uno per tutti", potrebbe apparire uno slogan democratico e universalmente integrante. Purtroppo, essendosi le corporazioni sviluppate nell'ambito di numerosi settori economici e associazionistici, hanno dato luogo a conflitti acuti dipendenti da competizione esasperata e illegale, esaltazione e rivendicazione della propria identita' associativa, a scapito del riconoscimento di quelle altrui ed infine l'erezione di un sistema sociale simile al tradizionale quanto anacronistico sistema delle caste indiano.
Quindi preclusione e pregiudizio, emarginazione e disconoscimento del valore meritocratico, hanno via via conclamato la propria presenza corrompendo cio' che l'ideale democratico prevedeva per l'uguaglianza degli esseri umani, a prescindere dalla razza, dalla religione e dal pensiero politico.
Presso le realta’ rurali, allora come ai tempi odierni, l’autoctono di fronte allo straniero, era uso chiedere a quale famiglia appartenesse, per valutarne la discendenza, la serieta’ e soprattutto le disponibilita’ economiche. A tutt’oggi il concetto non muta, anche nei contesti urbani. In breve, a chiunque scelga di non appartenere ad una associazione, ad un clan o cartello come dir si voglia, ad una religione o ad una corrente di pensiero politico, a qualsiasi tifoseria sportiva, rinunciando cosi’ a ogni specie di protezione e/o confezionamento, viene attribuito un valore pari a zero, senza tener conto che il numero zero ha un importanza matematica non trascurabile e che persino nel sistema binario, che e’ alla base del funzionamento dei moderni computers, zero e' pari ad uno senza alcuna discriminazione quantitativa o qualitativa(Corporazioni e Giornalismo).
La semplice esistenza in vita, quindi, non appare sufficiente, alla luce delle valutazioni odierne, a generare un senso di stima e fiducia sociale, altrimenti presente quando si gode della garanzia di questa o quell’altra organizzazione.
Il sistema corporativo pecca di presunzione, razzismo e autoritarismo, quando pretende di stringere a se’ i propri adepti, legati da catene ancor piu’ robuste delle garanzie e liberta’ che esso concede. Si rivela inoltre fonte di aspre reazioni e divergenze, allorquando il proprio territorio di intervento risulta minacciato dal libero arbitrio altrui. Rafforza il nepotismo e il sistema clientelare, replicando il proprio modello di concezione gerarchica in ogni rivolo della sua gigantesca estensione.
Si stabiliscono corridoi preferenziali, strategie discriminanti volte sia all'affrancamento che all'affossamento. Si erigono roccaforti di potere politico-economico impenetrabili e longeve, il tutto garantito da una compattezza interna pretesa, se non estorta illegalmente, circa la fiducia riposta agli obiettivi prefissati, quali essi siano.
Questo sistema inficia alle fondamenta gli intenti democratici per una societa' giusta e imparziale, meritocratica e libera nella sua essenza. Il modello di riferimento a cui si ispira, ovvero di stampo militare, presenta nel corso della storia, numerose illogicita' frutto dell'impostazione gerarchica blindata.
Vale a dire che le motivazioni prese a base delle proprie decisioni non sempre coincidono con gli interessi generali della collettivita’, essendo esse frutto di ripicche prodotte da antagonismi amplificati, ma soprattutto, che nessuno all'interno della scala gerarchica puo' avanzare critiche o migliorie senza  rompere il patto massonico, andando incontro, quindi, a sicure e spiacevoli conseguenze.
Da qui l'emersione del mobbing quale arma di distruzione psicologica in ambito lavorativo. Una strategia decostruttiva della personalita’ che mira a dequalificare con la sistemica e costante umiliazione, l’autostima di chiunque osi interporsi nella scala gerarchica delle risorse umane, proponendo nuove e piu’ dinamiche soluzioni logistiche. Sicche’ l’organizzazione interna di ogni organismo, che si tratti di impresa, associazione, o anche comparti dei settori pubblici, si riduce spesso ad una mera replica del modello al vertice dirigenziale, che ne stabilisce principi, regole e modalita’, secondo uno schema, appunto, rigidamente corporativo.
Il sistema sociale, cosi’ riconosciuto, provvede a cristallizzare ogni ceto sociale ed ogni cultura all'interno della sua nicchia di competenza, grande o piccola che sia, creando forse si, alta specializzazione, ma in un contesto di aridita’ generale, e privando al contempo, tutto l’impianto dell’ossigeno sufficiente ad una sana e dinamica interazione con le parti sociali.
Il sistema indiano delle caste sociali ne e’ una tipica rappresentazione che, nel rispetto del formalismo tradizionale, appare del tutto anacronistica in confronto ai valori culturali occidentali acquisiti in secoli di lotte e rivendicazioni.
Non solo un mondo unificato ma anche solo una nazione, nella sua particolare realta', soffrirebbe di tale schema a comparti di settore.

Un danno sociale ed economico di profonda matrice, che stigmatizza  e preclude ogni possibilita' di sviluppo intellettuale, culturale ed economico.

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