sabato 30 gennaio 2016

LA POLITICA (Leggi dal principio -Febb. 2011)

Come anticipato nelle premesse, la politica puo' tradursi come l'essenza della vita. Ogni azione quotidiana richiede scelte che comportano responsabilita' e le strategie poste in essere per ottimizzare l'esistenza si compendiano nella politica personale adottata. La piu' idonea e favorevole in relazione alle proprie esigenze. Cio' vale in ambito individuale come in ambito collettivo.
 L'ottimizzazione delle risorse collettive di una comunita' viene raggiunta a mezzo della politica attuata, tenuto conto delle idee e del pensiero collettivo. La persuasione e la retorica giocano ruoli fondamentali senza tralasciare l'importanza dell'azione, ovvero la realizzazione pratica di tutte le strategie elaborate, volte a raggiungere gli obiettivi preposti.
In ambito democratico, il pensiero politico che si e' evoluto nel corso della storia, ha raggiunto un equilibrio fra due pensieri dominanti, quello liberale conservatore e quello progressista riformista. Due grandi blocchi contrapposti che in questo particolare momento in cui il mondo intero si misura con profonde e gravi crisi di valori ed economiche, cooperano in taluni comuni scopi per il bene dei cittadini. Questa osmosi temporanea costituisce la dialettica democratica, il cui obiettivo primario consiste nella soddisfazione delle necessita' impellenti della collettivita'. Infatti, come le piu' rispettose e democratiche carte costituzionali recitano, "la sovranita' appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e con i limiti dettati dalla Costituzione".
           La sostanziale differenza che distingue il pensiero liberal conservatore da quello progressista riformista, consiste nella priorita' che il primo riserva alla liberta' rispetto all'uguaglianza, al contrario del secondo che predilige in primis l'uguaglianza, condizione essenziale per una completa liberta'. Inoltre, l'ideologia conservatrice mira a catturare il consenso elettorale esaltando i valori dettati dalla tradizione, evitando per quanto possibile il rinnovamento e proponendo modelli sociali sperimentati e conosciuti; al contrario l'ideologia progressista si propone quale fautrice dell'adeguamento repentino alla civilta' complessa, introducendo per lo piu' nuovi modelli di riferimento quali soluzioni in risposta al veloce cambiamento culturale e sociale.
Entrambe le ideologie mirano ad obiettivi comuni, ovvero il benessere sociale, ma con diversi presupposti e strategie. Cosa sia piu' importante e prioritario rispetto alle citate formulazioni e' questione personale, ma e' forse il caso di chiarire alcuni concetti.
Come si e' gia' detto in precedenza, il libero arbitrio rappresenta il motore necessario affinche' una collettivita' interagisca proficuamente, dando vita, nel rispetto delle regole, anche ad un sistema economico.
 Il libero arbitrio comporta l'impegno della responsabilita', senza il quale viene infranto il patto della civile convivenza. Sovente, invece, si ritiene che la liberta' e con essa la felicita', risiedano nel mero possesso della proprieta' privata, ovvero nella disponibilita' di patrimoni e/o ricchezze che possano emancipare l'individuo dai suoi vincoli limitanti, ovvero, la sopraffazione subita, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la subordinazione a poteri dettati esclusivamente dall'economia.
Cio' induce ad ignorare quelle responsabilita' derivanti dalla fruizione del libero arbitrio, provocando conseguenze dannose e irreversibili all'intera comunita'. Non esiste liberta’ che non implichi responsabilita’.
L'avvento e il dominio del sistema capitalistico selvaggio, hanno minato valori e concetti posti alle fondamenta dell'essere umano, quali il diritto alla propria crescita e maturazione, alla propria affermazione in societa' ed alla propria soddisfazione.
Il potere politico compiacente o asservito a quello economico, risulta incapace e inefficace a domare gli strapoteri della cattiva finanza, tradendo il mandato ricevuto e creando ancor piu' delusione, diffidenza e insoddisfazione generale. Le carte costituzionali garantiscono tali diritti, e la politica dovrebbe intervenire legiferando, affinche' nessun ostacolo e di qualsiasi natura, se non il mero rispetto delle regole, si frapponga fra l'individuo ed i suoi obiettivi.
Purtroppo la realta' odierna dimostra un quadro tutt'altro che roseo e rispettoso dei diritti e doveri costituzionali.
Le responsabilita' della liberta', essendo ampie e gravose, vengono eluse facilmente, ritenendo che tutto sommato non sia indispensabile assumerle, recando in questo modo gravi danni alla comunita' circostante. Inoltre, come un meme impazzito, l'irresponsabilita' costituisce infezione del tessuto sociale, che deperisce, si ammala e finisce, logorato dall'espansione incontrollata, per usare un neologismo, di cellule neoplastiche.
Ogni individuo che vive nella collettivita' e' libero in quanto responsabile. Quando l'irresponsabilita emerge, la liberta' muore. Questa, nei principi generali, costituisce la regola fondamentale per una civile, pacifica e libera esistenza. Per quanto invece concerne l'uguaglianza, e' importante distinguere fra uguaglianza meramente economica e uguaglianza sotto il profilo morale e giuridico.  Nei regimi comunisti trascorsi l'uguaglianza riferiva il suo significato a tutte le condizioni dell'essere umano, da quella economica a quella etico-morale. Purtroppo, nella pratica, l’equa distribuzione della ricchezza riguardava la grande massa, con esclusione illogica dei ceti aristocratici e di potere politico. In ambito democratico, in cui il sistema capitalistico funge da vero motore economico, viene garantita, e purtroppo non sempre, la sola parita' etico-morale, escludendo di fatto la citata uguaglianza economica.
 I ceti deboli ed emarginati ricevono aiuti insufficienti alla conduzione della propria esistenza e il piu' delle volte soccombono al peso schiacciante dell'economia di mercato. Ma l'attuazione pratica dell'uguaglianza risulta difficoltosa persino all'esterno del concetto economico.
Razzismi legati all'etnia, alle religioni, ai sessi, al pensiero personale ed alla libera espressione, sono fermenti attualissimi ancora del tutto irrisolti.
Il malcontento sempre piu' ampio, dovuto alla crisi mondiale in atto, produce ansia per la propria affermazione, e spinto a limiti estremi, causa estreme reazioni.
Sembrerebbe un circolo chiuso in cui sono irriconoscibili l'inizio e la fine. Una spirale perversa in cui l'orizzonte degli eventi ne conferma l'essenza di un buco nero.
Quindi, a prescindere dalla scelta di quale politica adottare, sembrerebbe prioritario risolvere talune questioni inerenti l'essenza dell'individuo in societa', con i vari riferimenti costituzionali ed alla carta universale dei diritti dell'uomo, una volta per tutte e per tutti i paesi esistenti. Infatti, diversi Stati, nella realta' odierna, disconoscono sia la Carta Universale dei diritti fondamentali dell'Uomo, sia le istituzioni a carattere globale, quali  l'ONU o la Corte Penale Internazionale, che ne applicano i principi fondanti.
E' assolutamente necessaria la volonta' unanime di tutti i paesi del globo terrestre, a stringersi in una coalizione che abbia quale punto di riferimento unico e insostituibile, l'essere umano.
Quanto descritto nel racconto "La Falsa Vita di Dick", e' indicativo di come la politica abbia svolto un ruolo prettamente marginale rispetto alle direttive militari, in virtu' di un solo obiettivo, la salvezza dell'umanita'. Il libero arbitrio di Dick e' stato puntualmente condizionato, manipolato e distorto, al punto da inibire la sua piena facolta' di uomo libero, e da infondergli solo l'illusione di quel libero arbitrio di cui pensava essere titolare.
L'estensione di questo concetto, ovvero l'illusione di possedere tale facolta', senza peraltro esserne consapevole, e' questione filosofica dibattuta, e trova conforto in diverse teorie scientifiche o anche della cospirazione, secondo cui l'essere umano sarebbe succubo di poteri e forze superiori, le quali condizionano e indirizzano di volta in volta il suo volere, a sua insaputa, in guisa tale da rendere ogni sua azione una vana illusione. Anche se il tema sembrerebbe poco pertinente, esso si lega alla politica in via indissolubile. Ogni scelta, ogni strategia applicata dal potere politico, per la soluzione di problematiche sociali, potrebbe altro non essere che mera illusione, ossia, se esistono davvero poteri superiori che condizionano a tal punto l'esistenza umana, l'azione politica diviene l'affannoso annaspare di chi non raggiunge mai la sua meta.
Si e' discusso sin ora di modelli politici teorici in cui il libero arbitrio ha svolto il ruolo di protagonista, in onore al concetto democratico. Ma se, ad esempio, interviene un broglio elettorale che favorisce una anziche' l'altra fazione, determinando la gloria per una e la sconfitta per l'altra, dunque ogni patto di convivenza civile e' infranto ed il libero arbitrio degrada al ruolo marginale di mera illusione. E cosi' via, in un'escalation gerarchica che, partendo dal basso, raggiunge le cime piu' insospettabili. Dall'enorme potere di Bilderberg, famosa associazione di grandi facoltosi, che secondo varie scuole di pensiero anche cospirazionista, dirige, condiziona e manipola l'intera economia mondiale(Strategie della Manipolazione), sino, per eccesso, al grande meccanismo computerizzato, che, nell'idea di qualche scienziato molto accreditato, governa e stabilisce le sorti dell'universo intero, in virtu' di un intricatissima quanto sofisticata rete, simile alle connessioni sinaptiche e neuronali ma di natura quantistica. (Libero Arbitrio: Illusione o Realta')(Non Sense Signifyng).
Sono quindi gli sforzi di ogni individuo finalizzati ad obiettivi concreti e raggiungibili ? L'esistenza di ognuno, e' oggetto di sua personale gestione o e', in verita', una riproduzione squallida dello schiavismo praticato sino alla fine dell'800?
Se cosi' fosse, ogni tentativo unificante risulterebbe altresi’  illusorio o rischierebbe persino di favorire l'ascesa del male a caratte globale.
In premessa e' stata citata la possibilita', in particolare la tesi di Zecharia Sitchin, che la specie terrestre sia un esperimento ben riuscito e posto in essere da entita' aliene mai ufficialmente identificate e riconosciute. Diverse di queste teorie animano l'immaginazione di futurologi, ufologi e studiosi della preistoria, ma purtroppo, anche se tutto cio' avesse fondamento attendibile, dovremo, per quanto possibile, attenerci esclusivamente alla nostra, piccola e mediocre, realta' pulviscolare.
L'Universo in cui siamo immersi, come il nostro personale, e' politico, ma la politica in terra e' ancora in fase gestazionale.
Il progressivo sviluppo della complessita' ha determinato mutamenti sociali, a volte favorevoli al contesto politico, a volte deleteri. Il raffinamento delle discipline ha condotto alla particolare specializzazione in ogni settore, per amor di perfezione e per connotare scientificamente ogni campo d'indagine.
Anche la politica si e' evoluta recando con se ogni pregio e difetto relativo alla sua trasformazione. Rispetto al trascorso trentennio, il linguaggio e' piu' articolato, preciso ed ogni parola riveste significati univoci, anche se spesso risulta incomprensibile alle masse.
Le filosofie di base, ispiratrici delle varie correnti di pensiero, sono via via divenute veri e propri trattati di scienze politiche, dove l'immaginazione e la fantasia, che tanto hanno contribuito alla formazione delle ideologie, hanno ceduto il passo a complessi manuali d'istruzione per l'uso, in cui appaiono posologie ed avvertimenti su eventuali effetti collaterali inenarrabili.
Le direttive fornite dalle segreterie di partito risultano teoricamente meno rigide del passato, molto attente alle indagini di mercato circa il consenso elettorale ma anche servilmente chine al dominio dei mass media, che ne determina successi e catastrofi.
La comunicazione mediatica ha sostituito la dialettica storica con spot e dichiarazioni telegrafiche di grande impatto subliminale, accostando il pensiero ideologico ad una semplice operazione di marketing applicato. Il tutto innaffiato da buon umore e ottimismo costante, ingredienti necessari alla lungimiranza di progetti e proposte.
Il corpo elettorale, cresciuto all'insegna della filosofia consumistica, digerisce la politica come qualsiasi prodotto posto in vetrina e, a seconda delle convenienze, sceglie l'uno o l'altro schieramento tuttavia fidandosi sempre meno della genuinita' degli ingredienti.
Ecco come il libero arbitrio, nelle sue piu' embrionali manifestazioni, appare essere non piu' una facolta' acquisita e concessa dall'impianto democratico ma un diritto fittizio servito a tavolino, di cui si e' anche paradossalmente debitori e in cui, l'unica vera vittima di un sistema dettato esclusivamente da interessi economici, risulta essere l'intelligenza dell'essere umano.
La politica e' stata, e' e dovra' sempre costituire il vero fondamento dell'attivita' umana in terra. Le conquiste civili raggiunte con sacrifici impagabili non possono nella maniera piu' assoluta correre anche solo il piu' piccolo rischio di essere affossate da pochi, incolti e potenti magnati, eccellenti persuasori del futile e avidi truffatori della verita'.
La visione antropica di un pianeta restituito all'essere umano ed alle sue prerogative essenziali, benche' immerso nel futuro del terzo millennio, deve prevalere sull'egemonia invadente e arrogante di quanto tende a seppellire l'individualita', la diversita' nell'unicita' promuovendo uniformita' e piattezza intellettiva.
L'esaltazione dell'individuo, quale massimo rappresentante del pensiero terreno, non puo' affidarsi alle norme di una Costituzione Universale ne' tanto meno alla sua immagine speculare spedita nello spazio, se tali fondamenti non siano prima effettivamente applicati a tutta la popolazione mondiale.
 La politica, nazionale, federale e mondiale, riveste tale arduo ma indispensabile compito. Restituire cio' che atavicamente appartiene e che fraudolentemente e' stato sottratto all'essere umano: il libero arbitrio.
Come si e' accennato, l' altro punto fermo che rappresenta una delle conquiste piu' ambite e sofferte dell'intelligenza umana, e' l'uguaglianza. Significa l'abbandono totale e definitivo di qualsivoglia pregiudizio di un individuo sull'altro, in relazione ai piu' svariati motivi di discriminazione e soprattutto in ambito giudiziario, laddove il potere economico interferisce manipolando la giustizia. Ogni elemento atto a differenziare l'uomo, la sua estrazione etnica, culturale e sociale fusa al suo vissuto esperienziale, costituisce una ricchezza individuale e collettiva solo se interpretato in un quadro di uguaglianza globale.
Come abbiamo visto, il sentimento della solidarieta', nella sventura comune, spoglia l'individuo da tale filtro discriminante e accomuna nelle difficolta', la potenza della coesione e la cooperazione, senza operare distinguo mutilanti.
Nella realta' odierna, piu' che mai, e' in atto un processo regressivo in cui popoli stanziali e benestanti rifiutano ospitalita' a migrazioni di massa dovute a guerre e miserie. Il timore di soccombere per offrire asilo sulla propria scialuppa di salvataggio ormai piena, prende il sopravvento, generando panico e reazioni collettive isteriche.
 L'antico detto "mors tua vita mea", riemerge sistematicamente in situazioni emergenziali, in quanto connaturato al profondo istinto di sopravvivenza che caratterizza gli esseri viventi, ma e' anche opportuno considerare che il benessere in generale dovrebbe svolgere una funzione distensiva, che avvicina culture diverse eliminando ogni fattore discriminante, violenza inclusa.  In contesti simili, quest’ultima  emerge in via proporzionale alla regressione dell’individuo al suo stato animalesco. Il ruolo fondamentale della paura consiste nella pulsione primaria che spinge alla sopravvivenza, scegliendo fra la fuga e la lotta, e quest’ultima implica violenza.
Ai nostri giorni la violenza gratuita non costituisce ricchezza interiore e va sempre discriminata, giudicata e condannata. Essa costituisce la negazione dell'intelletto quando utilizzata come mezzo di sopraffazione e/o di offesa, e di fatto, colui che ricorre alla violenza per la propria affermazione, e' solitamente privo di ogni elemento distintivo dell'essere umano.
Tuttavia, il concetto di uguaglianza per sua propria natura, abbraccia senza pregiudizi anche tipicita' simili, in considerazione di una sana politica educativa che ponga rimedio o prevenga le falle fisiologiche aperte in seno ad ogni comunita'.
Il sistema punitivo nella sua funzione di base, svolge il ruolo essenziale di supporto sociale, in virtu' del quale, democraticamente parlando, non la vendetta trova espressione, ma la giustizia.
La privazione della liberta', congiunta alla rieducazione, costituiscono gli elementi preparatori al reinserimento ed integrazione sociale. La pena capitale, in atto presso diversi Stati contemporanei, anziche' rappresentare l'esempio scoraggiante a commettere violazioni, costituisce tuttalpiu' la forma di massima violenza perpetrata da uno Stato padrone, colpevole di aver creato i presupposti malsani atti alla crescita ed allo sviluppo di personalita' deviate se non malate.
 Il concetto di uguaglianza prende ispirazione dal pensiero panteista, secondo cui, ogni forma vivente esistente, merita il dovuto rispetto in virtu' di una parificazione totale, in cui l'esaltazione della vita nella sua accezione piu' ampia, conduce all'apprezzamento di ogni piu' piccola diversita' che non costituisca abuso o danno per la propria personale esistenza.
Tale ultimo principio e'  stato travisato e distorto piu' volte nel corso dei secoli, anche in ambito religioso, quando, per esempio, la funzione del movimento illuminista ha rischiato di essere additata quale minaccia al modello di vita in vigore.
La sete di conquista territoriale e l'egemonia culturale, hanno determinato massacri fisici e psicologici di grande portata per tutti i nativi locali e i liberi pensatori, vittime di avidita' incontrollate e pregiudizi di stampo razzista, con conseguente violazione di quel rispetto di fondo necessario alla pacifica convivenza.
Uguaglianza e libero arbitrio marciano di pari passo nell'atmosfera contaminante del globo terrestre, come fenomeni avvolgenti e pacificanti, veicoli primari di aggregazione e sviluppo economico-sociale.
E' appena il caso di aggiungere qualche breve considerazione in merito all'argomento di cui in trattazione.
Come si e' detto, la politica assolve alla funzione, nell'osservanza dei fondamenti costituzionali, di gestire responsabilmente ed oculatamente l'apparato pubblico, in conformita' all'orientamento prevalso. Ogni volta che e' necessario ricorrere alle votazioni, si da' vita ad un nuovo negozio giuridico fra corpo elettorale e candidati all'adempimento del mandato, col quale, la maggioranza dei cittadini, affida in completa fiducia, ai nuovi eletti, la gestione della cosa pubblica.
La fiducia rimessa dal popolo trova corrispondenza nell'impegno totale e disinteressato del nuovo Governo, all'assolvimento dei suoi doveri, in vista degli obiettivi prefissati e delle promesse decantate. Le possibilita' di concretizzare quanto riposto nelle aspettative, non sono sempre certe. La mancata realizzazione di parte o tutte le tappe previste in calendario, rappresenta una fra le diverse probabilita' di insuccesso, dovute ad una gestione troppo allegra o persino irresponsabile.
Anche l'ostruzionismo ad oltranza, sebbene inserito nelle regole del confronto parlamentare, nella sua estrema esasperazione, costituisce a volte grave danno agli interessi del paese.
E' difficile che un mandato parlamentare riesca a sopravvivere in carica per il tempo stabilito dalla Costituzione, e, spesso, il governo al timone, viene sfiduciato per la mancanza della maggioranza al proprio interno.
Il negozio giuridico di cui in parola, viene quindi risolto per ricorrere a nuove votazioni e, non essendo previste penali, se non esclusivamente a carico dei cittadini, traditi ancora e per questo sempre piu' diffidenti, i politici uscenti si limitano a giustificare le cause del fallimento, ribaltando le responsabilita' delle conseguenze sui propri avversari o altri capri espiatori, intascando infine il vitalizio previsto per la copertura delle cariche istituzionali.
Nessun risarcimento e' previsto, come quando un negozio giuridico si risolve per inadempimento contrattuale, a favore del popolo per danni colposi o volontari arrecati alla nazione, come nessuna interdizione alla copertura di ruoli istituzionali futuri e' disposta, tant'e' che, i governanti uscenti, quando colpevoli della risoluzione contrattuale con i cittadini, hanno facolta' di ricandidarsi immediatamente (Responsabilita' dei Giudici).
Detto sistema, a lungo andare, depriva il paese della funzione democratica atta a infondere fiducia e autostima in un popolo che, a conti fatti, preferisce mutare le proprie convinzioni adattando il proprio spirito e imitando i suoi rappresentanti.
Inoltre, e' necessario ribadire che l'alternanza, nel suo piu' ampio respiro, costituisce l'ossigeno indispensabile alla sopravvivenza dell'impianto democratico, sempre che questa sia un'esclusiva scelta elettorale e giammai una regola meccanica di funzionamento.


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